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Road trip: dalla Pianura Padana, ai Pirenei, a Valencia e ritorno!

Partire per un viaggio itinerante di 10 giorni in Europa in automobile, cercando di prenotare qualche albergo all'ultimo minuto per non doversi ridurre a perdere tempo nel cercare un posto in cui dormire, con ben in mente la destinazione finale (vero motivo del viaggio) ma anche con la voglia di godersi qualche interessante tappa intermedia.. questo è stato il nostro ultimo viaggio, rimandato più e più volte per motivi non dipendenti dalla nostra volontà.. ma alla fine decisamente ben riuscito! Ecco le tappe:

  1. Annecy e l'Alta Savoia
  2. Aigues Mortes
  3. Carcassonne
  4. Barcellona
  5. Valencia
  6. .....ritorno a casa!

Itinerario complessivo del viaggio.

Diario di Viaggio.

Prima tappa: Annecy e l'Alta Savoia.

Partiti da casa nel primo pomeriggio di mercoledi 12 giugno, facciamo rotta verso nord, direzione Monte Bianco. Google maps ci indica che dovremmo essere ad Annecy in meno di 5 ore. Il Monte Bianco è davvero uno spettacolo con le sue cime innevate anche in piena estate, e dopo aver passato il tunnel del traforo della lunghezza di 11 km (e pagato i 41 euro di pedaggio) ci ritroviamo in Francia.

Nonostante la partenza all'ultimo minuto, sono riuscita a prenotare tutti gli alloggi delle tappe del nostro viaggio in anticipo (in pratica, il giorno prima di partire), in modo da non stare a perdere tempo a cercare una sistemazione una volta arrivati sul posto. Raggiunta Annecy verso le 18, fatichiamo però non poco per trovare il nostro alloggio, colpa nostra che ci affidiamo alle cartine di Google invece che al navigatore satellitare... che abbiamo pensato bene di lasciare a casa! Ad Annecy ci fermiamo solo una notte, la nostra scelta è caduta sull'unica possibilità di alloggio che era rimasta senza spendere una fortuna, vale a dire l'Hotel Residel, situato in località Sevrier a 5 km circa da Annecy. Si tratta praticamente di un motel con camere semplici ma accoglienti, in ottima posizione proprio sulla strada principale che costeggia il lago; se siete di passaggio ed avete un mezzo proprio per spostarvi ve lo consiglio. La colazione è da pagare a parte e l'accoglienza è molto buona.

Dopo esserci un poco sistemati riprendiamo l'auto e ci dirigiamo verso il centro della bella cittadina, per arrivarci ci s'impiega una decina di minuti appena e trovare parcheggio non è difficile; la cosa più semplice è lasciare l'auto nel parking sotterraneo a fianco del Municipio, con pochi passi sarete nel centro storico oppure sul lungolago.

Visitare Annecy la sera è stata proprio una splendida idea, la cittadina si stava illuminando tutta e l'atmosfera era molto suggestiva. Abbiamo cenato in un ristorantino e poi ci siamo aggirati passeggiando intorno per respirare l'atmosfera del luogo: Annecy è caratteristica perchè è attraversta dallle acque del fiume Thiou, emissario del lago, ed il suo edificio più fotografato è il Palais de l'Isle, risalente al XII sec.. Situato sull'isoletta principale sul fiume, questo palazzo un tempo ospitava le antiche prigioni della città. Qui intorno la sera c'è parecchio movimento, ristoranti all'aperto, musica ed intrattenimento; se invece preferite girarla anche di giorno (come abbiamo fatto noi la mattina seguente), da visitare c'è il Castello che si trova in posizione sopraelevata rispetto all'abitato e dona una bella vista circostante, oppure potete fare una passeggiata sul lungolago magari attraversando il noto Pont des Amours: il fascino e le suggestioni non mancano di certo in questa piccola cittadina, però una giornata è sufficiente per la visita.

Seconda tappa: Aigues Mortes

La mattina del secondo giorno di viaggio, dopo aver fatto un giretto per Annecy, siamo già di nuovo in partenza verso sud. La nostra prossima tappa è Carcassonne, antica cittadella fortificata e patrimonio Unesco che desideravamo visitare da molto di tempo. Siamo attesi in serata nell'appartamento prenotato su Airbnb nel centro storico della città "nuova", perciò abbiamo tutto il tempo di fare una tappa intermedia. Il nostro percorso ci suggerisce quindi Aigues Mortes, stupenda piccola cittadella fortificata situata alle porte della Camargue. Da qui a Carcassonne ci s'impiega un'ora soltanto di autostrada.

Aigues Mortes è uno degli esempi di architettura medievale fortificata meglio conservata di tutta la Francia; la cittadella si trova in posizione strategica su un canale del fiume Rodano ed è circondata da saline e paludi. Lasciata l'auto in uno dei parcheggi in zona, all'arrivo notiamo subito l'imponente mole della Tour de Constance, la cittadina antica si trova tutta all'interno delle mura. Consiglio di girare e visitarla a piedi per scoprire gli angoli più vivaci e turistici come la centrale Place de Saint Louis, con i suoi negozi caratteristici ed i bar all'ombra, oppure gli angoli silenziosi e più tranquilli della zona più ad est dell'abitato. Si può effettuare la visita di Aigues Mortes anche percorrendo per intero le mura da una torre all'altra (tour des remparts); l'ingresso e la biglietteria si trovano presso la Tour de Constance. Altre attività nei dintorni: giro in battello sui canali, visita delle saline, ecc, le possibilità sono molte e ci ripromettiamo di visitarla con maggiore tempo a disposizione, questa è stata più che altro una "toccata e fuga", in ogni caso una gran bella scoperta!

Dopo una sosta rigenerante al tavolino di un bar all'ombra, si riparte in direzione Carcassonne, dove arriviamo verso le 8 di sera.

Terza tappa: Carcassonne.

Carcassonne è una di quelle mete che sognavo da tempo di visitare e la cui straordinarietà secondo me sta nell'essere testimonianza di così tanti secoli di storia, secoli che per essere riportati al loro antico splendore hanno necessitato di numerose opere di restauro. Va detto infatti che la cittadella fortificata come la si può ammirare oggi è frutto di un'imponente opera di restauro, iniziata nella seconda metà del 1800 dall'architetto Viollet-Le-Duc. Ebbene, queste opere sono riuscite a farne uno dei monumenti più visitati di Francia, ed iscritto nei Patrimoni Unesco dal 1997.

Breve storia di Carcassonne.

Antichissime sono le sue origini, i primi insediamenti infatti risalgono all'epoca romana, poi la sua storia ci narra dell'avvento dei Visigoti, che occuparono la città per circa 300 anni; durante il periodo feudale poi la città vide l'avvicendamento di varie dinastie tra cui quella dei Trencavel, che fecero costruire il Castello che si trova all'interno della fortezza e la navata gotica della Basilica di Sainte Nazare. La cittadella, infatti, è sempre stata un vero e proprio centro abitato, non soltanto una roccaforte militare.

La storia di Carcassonne, poi, s'intreccia con quella dell'Eresia Catara, e della Crociata Albigese del 1209, indetta da papa Innocenzo III. La città resistette ben poche settimane, dopo che tutti i rifornimenti idrici le erano stati tagliati. Fu al seguito di questi avvenimenti che la città, passata nelle mani del Re Luigi IX, venne ulteriormente fortificata, con la costruzione di una straordinaria ulteriore cinta muraria esterna rispetto a quella già esistente. Da quel momento, la città divenne una fortezza imprendibile, fino all'avento della sua decadenza, quando - nei secoli successivi - le frontiere vennero spostate più a sud,e Carcassonne perse l'importanza strategica che le derivava dalla sua posizione.

Visita della Cité Medievale.

La città è divisa in due: la Cittadella fortificata Medievale e la città bassa, detta la Bastide, circondata dalle anse del fiume Aude da una parte e dal Canal du Midi a nord.

Per visitare la citè medievale l'ideale è prendersi l'intera giornata; probabilmente soggiornerete nella città nuova, e da qui la fortificazione si raggiunge tranquillamente a piedi con una bella passeggiata, attraversando il Ponte Vecchio sul fiume Aude. É possibile soggiornare anche all'interno delle mura (abbiamo visto le insegne di un Best Western e di alcuni bed and breakfast) ma raggiungere la cittadella pian piano a piedi partendo dalla città nuova, vedendo le sue 52 torri sbucare una dopo l'altra sulla linea dell'orizzonate.. beh, è stata veramente una bella visione!

L'accesso alla cittadella è libero e l'ingresso principale è dalla Porta di Narbonne, è necessario pagare un biglietto solo per visitare il Castello e percorrere le Mura (biglietto unico), visita che vi consiglio di non perdere. All'interno del Castello si possono visitare gli alloggi dei Trencavel, i signori che vi abitarono nel 1200, bellissime sale adibite ad esposizione, con reperti dell'epoca romana e romanica, e soffitti affrescati. Mi hanno colpito in particolare le enormi sfere di pietra che venivano utilizzate come armi di difesa da lanciare dalle mura. All'ingresso del Castello al primo piano, inoltre, è possibile visionare un audiovisivo dalla durata di circa 10 minuti che illustra la storia di Carcassonne e noleggiare le audioguide.

Dopo il Castello, si passa a fare il giro delle Mura (ricordatevi che il biglietto è unico quindi se l'avete già fatto all'ingresso del Castello è valido anche per la visita delle Mura e viceversa). Osservando alcune delle imponenti torri dall'esterno si possono benissimo notare i vari livelli della struttura architettonica, fin dalle fondamenta di epoca romana. Dall'interno invece si può passare negli stretti cammini di ronda ricoperti dai tetti delle bertesche, un percorso molto suggestivo, con tutto lo splendido panorama sulla città e sulla campagna circostante.

Per la sosta pranzo, ci sono molti ristorantini con tavolini anche all'aperto se la stagione lo permette, in buona posizione panoramica sono quelli in place de Saint Jean, proprio di fianco al Castello. Da visitare inoltre anche la Basilica gotica di Sainte Nazare ed il Teatro di epoca romana, che ospita spesso anche ai giorni d'oggi manifestazioni artistiche e musicali molto importanti.

Informazioni utili per la visita di Carcassonne.

Per chi non volesse spostarsi a piedi tra la cittadella medievale e la città nuova è possibile utilizzare un trenino turistico; presso l'Ufficio del Turismo vi verrà proposto un City Pass che comprende una visita guidata della città, una gita in battello sul Canal du Midi e l'accesso a prezzo ridotto al trenino.

Dove dormire e mangiare: come ho scritto prima, noi abbiamo dormito per 2 notti in un appartamento preso in affitto su Airbnb, che si è rivelato veramente un'ottima scelta: posizione centrale a due passi dal Canal du Midi, due camere, cucina, salotto e bagno per 45 euro a notte. C'è anche il garage a disposizione per chi come noi arriva con la propria macchina. Anche il centro storico della Bastide - la città nuova - merita una visita, il sabato mattina c'è sempre mercato e ci sono molti ottimi ristoranti in cui cenare. Io vi consiglio il Le Cathare, con accoglienza calorosa, propone piatti della cucina regionale e favolose grigliate, si trova a 5 minuti a piedi dall'appartamento in cui abbiamo dormito.

Quarta tappa: Barcellona.

Siamo già quasi in dirittura d'arrivo del nostro viaggio con finale a sorpresa.. è la mattina di sabato 15 giugno e riprendiamo la strada verso sud direzione Spagna, la nostra prossima tappa è il capoluogo della Catalogna!

Entrambi, sia Filippo che io, l'avevamo già visitata in passato, però sono passati veramente tanti anni e la voglia di rivederla era tanta, così l'abbiamo inserita nel nostro itinerario un po' forzatamente, anche se il tempo a disposizione era veramente striminzito, praticamente soltanto 24 ore. L'hotel prenotato era l'H10 Casanova, in zona centrale vicino alla Cattedrale ed al Passeig de Gracia, dove si trova anche la Casa Battlo di Gaudì. Abbiamo scelto questo albergo per la posizione e perchè offriva il garage (a pagamento) e la piscina sul tetto (che non abbiamo nemmeno visto..), nonostante il prezzo fosse un po' folle: 235 euro a notte, colazione esclusa ovviamente. Ebbene, non ne vale assolutamente la pena, o meglio: non per la notte del sabato, quando i prezzi delle camere in città raddoppiano o triplicano (dormendo in questo albergo al lunedi, per esempio, avremmo speso la metà). Ho approfondito l'argomento in questo articolo sul blog.

Scelta sbagliata dell'hotel a parte, nelle 24 ore a nostra disposizione ci siamo concentrati sulla visita di due dei simboli della Barcellona modernista di Gaudì: la Basilica della Sagrada Familia (che Filippo non aveva ancora visto) e il Park Güell (che invece non avevo visto io), oltre che a dedicarci ad un bel giro per il centro storico. Nel tardo pomeriggio quindi prendiamo la metropolitana LINEA 5 e scendiamo alla fermata Sagrada Familia; ovviamente non abbiamo prenotato i biglietti in anticipo e quindi ci mettiamo in coda sotto il sole cocente, ma la cosa per fortuna si rivela meno faticosa del previsto, in 20 minuti circa riusciamo ad entrare. L'ingresso costa 13 euro, e non comprende la visita e la salita alle torri con l'ascensore, per la cui visita è necessario fare un biglietto cumulativo all'ingresso.

Terminata la visita della chiesa, ci dirigiamo verso il Passeig de Graca e camminiamo un po'; è qui che si trova la fotografatissima Casa Battlò, la facciata è stupenda, soltanto il disegno dei balconi è un piccolo capolavoro! Anche qui ci sono molte persone ferme ad ammirare, basta sedersi in una delle panchine di fronte per gustarsi con calma tutta questa bellezza. A fianco c'è la non meno bella Casa Amatller, un altro splendido edifico modernista opera dell'architetto Cadafalch.

Ceniamo ottimamente in un tapas bar seduti al bancone, poi terminiamo la serata nella piazza della Cattedrale, in cui notiamo che c'è musica e parecchia gente. Visto che ci mostriamo interessati, due simpatiche signore spagnole attaccano bottone con noi ed iniziano a spiegarci che si tratta di una tipica danza catalana di gruppo, detta la Sardana. Non capiamo proprio tutto quello che ci viene detto, ma pare che sia un'importante danza tradizionale di gruppo con la quale i catalani s'identificano molto.

Il giorno dopo, domenica, dopo aver consumato una buona colazione in un bar a fianco dell'hotel, raggiungiamo il Park Güell utilizzando la linea di autobus nr 24 (direzione Carmel): si sale in piazza dell'Università e si scende direttamente davanti all'ingresso secondario del Parco. É molto più comodo rispetto alla metropolitana, perchè la fermata più vicina della metro vi costringerà a fare un bel tratto in salita di circa 20 minuti a piedi per raggiungere l'entrata. Il biglietto è lo stesso di quello della metropolitana. Per ulteriori info su come muoversi a Barcellona visitare il sito dei trasporti pubblici TMB.

L'ingresso al Park Güell è gratuito (diventerà a pagamento a partire dal 25 ottobre 2013) e, mentre il centro di Barcellona a metà mattina della domenica era ancora deserto, qui invece si può incontrare un sacco di gente. Al Park Güell si viene per ammirare il panorama su Barcellona e per passeggiare tra le statue e le costruzioni moderniste che costellano tutto il parco.

All'entrata principale si trova lo scalone monumentale con la Fontana del Drago che porta ad un largo portico di 86 colonne che supportano la famosa terrazza interamente intarsiata di mosaici con vista su Barcellona. Che dire, anche qui il genio modernista di Gaudì si è scatenato, sembra di stare in un enorme e coloratissimo parco giochi in cui le forme più curiose ed astratte si confondono con quelle zoomorfe; bellissime le decorazioni del colonnato e della terrazza, ed anche molti dettagli come le finestre degli edifici all'ingresso.. insomma, la visita del Park Guell è una gioia per gli occhi, oltre che la possibilità di fare una bella passeggiata in mezzo alla natura.

TUTTE LE FOTO DI BARCELLONA >>

All'ora di pranzo ci fermiamo nel piccolo self service all'ingresso principale per un pasto veloce, poi ritorniamo alla fermata dell'autobus per tornare in hotel, in giornata dobbiamo raggiungere l'ultima tappa del nostro viaggio: VALENCIA.

Quinta tappa: da Barcellona a Valencia.

Percorriamo le ultime 3 ore di autostrada che ci separano dalla nostra meta finale, Valencia. Per essere più chiari, siamo diretti al paese di Pobla Marina, a circa una decina di km da Valencia.

COSA CI FACCIAMO QUI?!?!?

Ebbene, è presto detto: siamo venuti a ritirare il nostro "oggetto del desiderio", che tanto ci ha fatto penare in questo anno 2013; ad inizio febbraio, abbiamo acquistata usata, dal rivenditore ufficiale spagnolo, una piccola barca a vela / motore di fabbricazione americana, modello MacGregor 26M.

Perchè abbiamo comprato una barca.

Amiamo tantissimo il mare, e questo è il primo motivo. Con questa imbarcazione il nostro intento quindi è di iniziare a fare delle vacanze a contatto ancor più stretto col mare, fare un po' di attività fisica in più imparando ad andare a vela (Filippo ha la patente nautica ma per ora ancora poca esperienza) e, cosa più importante di tutte, tentare di modificare un poco le nostre pessime abitudini di vita, cercando di essere un po' più attivi e muoverci anche nel fine settimana (che altrimenti siamo abituati a passare in panciolle, ebbene sì). E naturalmente.. una barca va battezzata! come potevamo chiamarla se non MAFALDA??

POBLA MARINA.

Nella serata di domenica, quindi, ci insediamo all'Hotel Florazar, vicino al paese di Pobla Marina, che ospita un piccolo porticciolo da diporto che utilizzeremo per mettere la barca in acqua per la prima volta ed iniziare a prenderci confidenza. Questo hotel è costato veramente pochissimo (40 euro a notte) e ci ha lasciati soddisfatti, il personale non parla una parola di inglese ma siamo riusciti a capirci lo stesso. La mattina seguente, lunedi 17 giugno, abbiamo appuntamento con i signori Diaz del Gruppo DICODI, rivenditori ufficiali della MacGregor per la Spagna, con i quali ci eravamo già incontrati a febbraio, quando ci eravamo recati a Valencia la prima volta per visionare l'imbarcazione (non è che l'abbiamo comprata ad occhi chiusi suol web.... ehhhh!!).

Restiamo 4 giorni a Pobla, paesino che non ha un gran che di attrattive turistiche, ma al momento della partenza ci rendiamo conto che ci è già entrato nel cuore... Le giornate sono scandite come segue: dormiamo in hotel, facciamo colazione in uno dei bar del porticciolo, che ci è sembrato molto ben strutturato: si paga il posto barca giornaliero e si ha diritto ad usufruire di tutti i servizi, docce, servizi igienici, lavanderia e persino una piscina con bar all'aperto.

Poi s'inizia a prendere confidenza con la barca e ad uscire in mare da soli, la prima volta i signori Diaz sono venuti con noi, ma dopo ci siamo dovuti arrangiare... Un susseguirsi di piccole e grandi fatiche e gioie: imparare a preparare la barca per essere carrellata e per essere messa a mare, prendere confidenza con il funzionamento dell'imbarcazione a cominciare dall'ABC.. le cime, il funzionamento della radio VHF.. mamma mia!!

Io sono stata costretta a partire proprio da zero, non sapevo assolutamente nulla del mondo della nautica, ma la voglia di intraprendere questa piccola/grande sfida era vermanente tanta. Mi ricorderò per sempre la prima volta che siamo usciti dal porto da soli (io ero TERRORIZZATA....), il marinaio che mi sgrida perchè non l'avevo chiamato con la radio ha aha aha!!, la manovra sbagliata di Filippo che cerca di ammarare la barca al molo e non ci riesce perchè c'era troppa corrente.. pensavamo di andare a sbattere!! Per fortuna che, oltre a quella obbligatoria RCA, abbiamo fatto l'assicurazione kasko con la Allianz . In quell'occasione, sono stata io a salvare la situazione allontanando il motoscafo contro il quale stavamo per entrare in collisione con un leggero "colpo" di piede, manovra nella quale ormai sono diventata un'esperta, giacchè (io non lo sapevo perchè l'ho fatto d'istinto) si tratta semplicemente della cosa più intelligente da fare in tale situazione.

L'ultima sera ci rechiamo in centro a Valencia per salutare questa città che ci piace tanto: cena in un tapas bar vicino alla Città della Scienza, passeggiata e si ritorna all'hotel la mattina successiva iniziano le manovre di rientro.

Qualche parola sull'imbarcazione MacGregor 26M.

Questo tipo di imbarcazione è praticamente sconosciuta in Italia, paese in cui dal punto di vista nautico, o vai a vela oppure vai a motore, non esistono tante vie di mezzo. Ci sono i velisti puri ed i crocieristi da yacht. Questa piccola imbarcazione invece consente di fare entrambe le cose, nei limiti della sua piccola stazza (7 metri e mezzo), consente di montare un motore abbastanza potente, e permette di andare a vela e praticare il cosiddetto "camperismo nautico". La barca infatti è perfettamente carrellabile, e quindi può essere trasportata e messa in mare (tramite i semplici scivoli che di solito si usano per i gommoni) praticamente dove vi pare, oppure in alternativa si può far mettere a mare dalle gru, come abbiamo fatto noi la prima volta.

La zavorra è ad acqua e la deriva è mobile, il che permette di carrellarla ed anche di spiaggiare ed "appoggiare" la barca direttamente sulla sabbia, ovviamente dove questo sia permesso. Il cabinato interno permette (in teoria) di far dormire fino a 6 persone, di cucinare, ed ospita anche un wc. Insomma, c'è di che essere abbastanza indipendenti e divertirsi un po'!

Verso casa: il viaggio della Mafalda verso l'Italia.

Bene. Se siete riusciti ad arrivare fin qua a leggere siete i miei eroi, perchè il racconto è lungo!

Ma c'è ancora una parte importante di cui parlare, direi fondamentale: come portarci la barca a casa.

Per il ritorno in Italia, le alternative erano due:

  1. tornare via terra con la barca carrellata dalla nostra autovettura;
  2. tornare via mare imbarcandoci con un traghetto per l'Italia.

Abbiamo optato per la seconda, più dispendiosa, ma anche più praticabile soluzione. Tornando via terra in autostrada ci avremmo impiegato almeno 3 giorni / 2 notti: con un carrello di tale peso e dimensioni, infatti, in autostrada il limite massimo di velocità è di 80 km/h, senza contare la fatica di guidare per 1500 chilometri.

Il pomeriggio del 20 giugno inizia la nostra manovra di avvicinamento a Barcellona, città dalla quale ci imbarcheremo con un traghetto della Grandi Navi Veloci alla volta di Genova. La mattina procediamo all'alaggio della barca (cioè, l'abbiamo rimessa sulla terraferma), ed alla sua preparazione per essere carrellata. Il boma va smontato e l'albero maestro appoggiato in orizzontale, il tutto fissato in sicurezza per un viaggio in autostrada. Per una persona esperta, tutto ciò può richiedere un'oretta di lavoro. Noi ce ne abbiamo impiegate 4, ma l'importante era fare tutto bene. Dopo pranzo, salutiamo Eugenio Diaz che ci ha assistito in tutto ciò, e la "carovana Mafalda" parte in direzione Barcellona, che raggiungeremo invece che in 3 ore come all'andata, in circa 4 ore e mezza.

La notte prima dell'imbarco in nave abbiamo dormito nell'Hotel AS Puerta de Barcelona, già prenotato in precedenza. Questo motel in autostrada si trova in posizione strategica vicino al porto dei traghetti, ed ha un grande piazzale in cui parcheggiare, ristorante e molti servizi per chi è in transito.

GRANDI NAVI VELOCI.

La mattina seguente l'imbarco sul traghetto è alle ore 11 e la partenza prevista alle 13, tutto fila liscio fino a quando non dobbiamo fare il check-in: l'addetto ci dice che la prenotazione è sbagliata.

Dunque, il biglietto l'avevamo fatto in Italia diversi giorni prima di partire, dopo un miliardo di email e telefonate, perchè nessuno sapeva dirci come dovevamo imbarcarci, essendo noi a tutti gli effetti un "trasporto eccezionale". Alla fine, ci hanno emesso un biglietto come "autobus" per via della lunghezza di quasi 15 metri totali, tra autovettura e rimorchio. Nei fatti, però, non eravamo un autobus, bensì una vettura + un carrello che trasportava una barca. Da qui la perplessità di chi ci doveva imbarcare a Barcellona, che si aspettava di vedere un autobus. Non vi dico cosa stavo per esternare nei confronti della compagnia di navigazione.. per fortuna che ci hanno fatto passare lo stesso, che diamine.. l'errore era proprio loro.

Ma non è finita qui. Ok, dal proprio sito, la nave sembrava una roba di lusso, con piscina, centro fitness e robe varie.. la realtà è abbastanza diversa, almeno per quello che riguarda questa nave che da Barcellona porta a Genova, e che era partita il giorno prima dal Marocco. Difatti, molti sono i passeggeri marocchini, anche intere famiglie, alcuni dei quali si erano accampati per dormire nei corridoi nonostante fosse espressamente vietato (???). Che dire poi della piscina che era completamente in rovina, del centro fitness trasformato in moschea e del beauty center utilizzato come lavanderia? non che io avessi intenzione di usufruire di questi servizi mentre ero sulla nave (beh.. della piscina forse sì..), ma cosa li pubblicizzano a fare se non esistono più??

Il viaggio verso Genova sarebbe durato fino alla mattina seguente, la barca Mafalda era tranquillamente parcheggiata in stiva nel pancione del traghetto, e noi avevamo la nostra cabina per dormire. Quindi.. chissenefrega!! É un'avventura infinita ma ci stiamo divertendo molto!! Dopo il pranzo al self service della nave (buono e costoso), troviamo un paio di sedie sul ponte e rimaniamo lì a rilassarci osservando l'orizzonte, uno spettacolo veramente bellissimo. Verso sera poi riusciamo anche ad assistere al passaggio di alcune balene in lontananza... stupendo!!

La mattina dopo la sveglia è prestissimo, ore 6, quindi si torna in cabina presto; la notte però si fa fatica a dormire, nonostante la cabina sia abbastanza comoda. Il traghetto infatti è stracolmo di scolaresche spagnole che vanno in gita in Italia e che fanno un casino allucinante.. vabbè dai fa lo stesso, che si divertano pure!!

La mattina del 22 giugno finalmente siamo in vista del porto di Genova, alleluiaaaaaaaaa!!!!!

Sbarchiamo con la nostra Mafaldona al traino e piano piano ci dirigiamo verso casa, abbiamo ancora un po' di chilometri da macinare, ma l'avventura è quasi finita.. Adesso sta per cominciarne un'altra, quella dei viaggi con la nostra barchetta. :-)


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